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Area Clinica/Scientifica

Sezione: Area Clinica/Scientifica

Ricerca: “Vaccino contro l’influenza fondamentale per la salute dell’anziano”

Basta vaccinare un terzo degli adulti contro l’influenza per diminuire del 20% la malattia negli anziani, tra i gruppi più a rischio di sviluppare complicazioni gravi. Lo ha scoperto uno studio della Cleveland Clinic pubblicato da Clinical Infectious Diseaes. L’analisi si basa sull’osservazione di una platea di tre milioni di persone in Ohio seguite per otto stagioni influenzali. Nelle contee dove c’era almeno il 31% della popolazione tra 18 e 64 anni vaccinata contro l’influenza gli anziani hanno un rischio inferiore del 21% di ricevere una diagnosi di malattie collegate al virus. Nessuna correlazione è stata invece vista con il tasso di vaccinazione tra i bambini. “La scoperta suggerisce che la vaccinazione antinfluenzale dovrebbe essere incoraggiata tra gli adulti a basso rischio – scrivono gli autori – non solo per porteggere se stessi ma anche per il benefico di tutta la comunità, a cominciare dagli anziani“. Ogni anno, aggiungono gli autori, negli Usa tra l’80 e il 90% delle morti causate dall’influenza e più di metà dei ricoveri avvengono tra gli anziani sopra i 65 anni.

  • 11 Settembre, 2015
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Mangiare con moderazione favorisce la longevità

 

Le corrette abitudini alimentari possono favorire l’invecchiamento attivo e in salute. In particolare, la chiave verso questo risultato potrebbe essere rappresenta dalla “restrizione calorica”. Lo afferma uno studio del National institute of Health statunitense pubblicato dal Journal of Gerontology: Medical Sciences, secondo cui i risultati sono inferiori a quelli visti nelle cavie di laboratorio, ma comunque apprezzabili. Negli esperimenti sugli animali gli effetti sull’aspettativa di vita della riduzione delle calorie si sono visti iniziando la dieta in giovane età, un esperimento che negli uomini richiederebbe anni. Per verificare se ci sono effetti misurabili più a breve termine i ricercatori hanno selezionato 218 persone giovani o di mezza età sottoponendoli per due anni a una dieta che riduceva il peso del 15,5% nel primo anno, con una restrizione calorica di circa il 12%, mantenendolo poi costante per il secondo. Contrariamente a quanto visto sugli animali, scrivono gli autori, non si sono avuti né un rallentamento del metabolismo né una variazione della temperatura corporea, ma la restrizione calorica ha avuto comunque effetti apprezzabili su molti parametri che sono legati alla longevità. Durante il monitoraggio dei parametri biologici si è registrato anche un calo del colesterolo e una minore attività dell’anticorpo tiroideo T3.

 

  • 3 Settembre, 2015
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L’Oms ribadisce la centralità e l’importanza delle vaccinazioni

 

Un milione e mezzo di bambini muoiono ogni anno a causa di patologie che potrebbero essere evitate con vaccini esistenti, mentre un bambino su 5 non riceve sistematicamente i vaccini vitali. Il rifiuto del vaccino o l’esitazione di fronte a tale mezzo di immunizzazione costituiscono una sfida crescente per i programmi di vaccinazione, afferma l’Organizzazione mondiale della sanità che firma un numero speciale della rivista “Vaccine”. Per l’Oms i “vaccini possono solo migliorare la salute e prevenire decessi se sono utilizzati, e i programmi di vaccinazione devono essere in grado di raggiungere e mantenere tassi elevati di vaccinazione”. L’esitazione di fronte al vaccino non è un problema caratteristico dei Paesi ad alto reddito, ma un fenomeno complesso che si pone su scala mondiale, in forme variabili e in rapida evoluzione, spiega l’Oms in un comunicato. Le preoccupazioni circa l’innocuità del prodotto non sono infatti il solo fattore che favorisce l’esitazione o il rifiuto, afferma l’Oms. Vi sono anche convinzioni negative fondate su idee sbagliate – come quella che pretende che la vaccinazione delle donne causa sterilità –, la disinformazione, la sfiducia nel personale o il sistema sanitario, il ruolo di personaggi influenti, i costi o gli ostacoli geografici. Le immunizzazioni sono fondamentali anche per gli anziani. Una campagna di vaccinazione contro le infezioni causate da pneumococco permettere di evitare ogni anno diverse centinaia di successi. L’Oms conferma la centralità della vaccinazione nella politica sanitaria.

 

  • 1 Settembre, 2015
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Una dieta equilibrata può rallentare l’invecchiamento del cervello

 

Tre porzioni di cereali integrali, una porzione di verdure a foglia verde, un altro ortaggio ogni giorno con un bicchiere di vino, uno spuntino quasi tutti i giorni con le noci, pollame e frutti di bosco, in particolare i mirtilli, almeno due volte a settimana e pesce almeno una volta. Da evitare invece, burro – meno di 1 cucchiaio al giorno – dolci e pasticcini, formaggio intero grasso, e cibi fritti o da fast food: meno di una porzione a settimana per qualsiasi dei tre. Ecco come con un regime alimentare corretto si può rallentare il declino cognitivo legato all’età, riducendo il rischio di sviluppare Alzheimer e ‘regalandosi’ l’equivalente di 7,5 anni in meno a livello cerebrale se la si segue rigorosamente rispetto a chi la segue meno. A dimostrarlo è una ricerca del Rush University Medical Center pubblicata su Alzheimer’s & Dementia e svolta su quaranta residenze per anziani a Chicago, nelle quali gli anziani sono stati seguiti con controlli annuali tesi a verificare il declino cerebrale e le abitudini alimentari. Confermati gli effetti benefici della frutta. Alimento alla base della dieta mediterranea. La dieta è inoltre fondamentale pere la prevenzione dell’ipertensione. Problema alla base di ripercussioni sul funzionamento del cervello.

 

  • 7 Agosto, 2015
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Alimentazione, le scelte a tavola sono cruciali per garantire l’invecchiamento in salute

Pizza

La salute dei nostri nonni è messa in pericolo dalle scelte compiute per comporre i menù di pranzo e cena. Secondo uno studio sulla sicurezza alimentare degli anziani condotto presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e il Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma gli over65 sarebbero responsabili di scelte in grado di mettere a repentaglio il proprio quadro clinico. L’indagine è stata coordinata da Patrizia Laurenti, professore associato presso l’Istituto di Sanità Pubblica – Sezione Igiene e dal professor Francesco Landi, del Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia. Una vera e propria emergenza è rappresentata dal consumo di alimenti scaduti: secondo il report dei ricercatori ben un anziano su tre assume cibo scaduto. Decisione spesso indotta anche dalle precarie condizioni economiche dei pensionati con gli assegni più bassi. C’è inoltre il rischio di intossicazioni alimentari, cui le persone in là con gli anni sono più vulnerabili rispetto alla popolazione generale. Inoltre, le scelte alimentari dei “nostri nonni” non brillano per equilibrio e sicurezza degli alimenti e lo dicono: circa uno su tre ritiene di non nutrirsi in maniera equilibrata, in particolare a causa di un consumo eccessivo di zuccheri e di grassi o comunque ritiene di mangiare troppo.

Un fattore fondamentale per l’invecchiamento attivo è la sicurezza alimentare intesa, per esempio, come tutte le misure atte a garantire un’alimentazione equilibrata dal punto di vista nutrizionale e corretta dal punto di vista igienico-sanitario. Le scelte compiute quotidianamente mentre si fa la spesa sono in grado di prevenire l’insorgere di tantissime patologie. Un ruolo fondamentale dell’alimentazione è poi legato al funzionamento del sistema immunitario. Un corpo ben alimentato risponde meglio agli stimoli provenienti dall’esterno. Altre insidie si celano nelle procedure per la preparazione dei cibi. Una percentuale di anzini variabile tra il 10% e il 30% non rispetta tutte le principali norme igieniche in cucina (scongelamento a temperatura di frigorifero, lavaggio delle mani dopo aver manipolato cibi crudi o sgusciato uova, lavaggio delle superfici di contatto, lavaggio di frutta e verdura). Nello specifico ben un intervistato su due (50%) dichiara di scongelare i cibi a temperatura ambiente prima della preparazione, esponendosi a rischi di intossicazioni che possono potenzialmente derivare da moltiplicazioni batteriche favorite dalla temperatura ambientale, particolarmente elevata nella stagione estiva.

Considerati i risultati si rende necessaria una campagna informativa per ricordare a tutti i suggerimenti dell’Organizzazione mondiale della Sanità per garantire una sicurezza alimentare adeguata. L’igiene durante la preparazione e la conservazione dei cibi restano fattori imprescindibili.

 

  • 5 Agosto, 2015
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Salute degli anziani monitorata grazie a un nuovo progetto

Al via il progetto “Activeageing@home” finanziato dal Miur per la ricerca di soluzioni tecnologiche finalizzate a rendere autonome nella propria abitazione le persone anziane, migliorarne qualità della vita e benessere fisico, consentendo loro di interagire con interlocutori esterni. Al progetto partecipa Exprivia, società di Ict quotata in borsa, che svilupperà applicazioni innovative per il monitoraggio remoto dei parametri clinici e dei comportamenti alimentari delle persone assistite, usando come terminali per l’invio delle informazioni i telefoni cellulari di ultima generazione. Il progetto Activeageing@home si basa sull’impiego di soluzioni domotiche installate nelle abitazioni e tecnologie Ict fisse e mobili – alcune indossabili dal paziente – che, tramite sensori, rilevano le condizioni di salute e il comportamento quotidiano dell’anziano. I dati rilevati in tempo reale sono convogliati su una piattaforma connessa con diversi interlocutori esterni quali medici, familiari e fornitori di servizi che, in caso di necessità, possono intervenire e dialogare con i soggetti osservati. “La partecipazione a questo nuovo progetto – commenta Domenico Favuzzi, presidente e amministratore delegato di Exprivia – è per noi particolarmente stimolante, sia perché è un riconoscimento delle nostre competenze tecnologiche al servizio del sistema sanitario sviluppate in oltre 30 anni di attività, sia perché ci offre l’occasione di offrire alla comunità e in particolare alle persone anziane nuovi strumenti volti al miglioramento della qualità della vita e del benessere fisico”.

  • 14 Luglio, 2015
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HappyAgeing è l’Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, nata nel 2014 per promuovere nel nostro Paese politiche e iniziative volte a tutelare la salute dell’anziano e a sviluppare le indicazioni della Commissione europea sul fronte dell’invecchiamento attivo. Di HappyAgeing fanno parte Federsanità ANCI, Fondazione Dieta Mediterranea, la Società Italiana di Geriatria e Gerontologia, Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio, la Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, la Società Italiana di Igiene, i sindacati SPI CGIL, FNP CISL, UIL Pensionati, e la Federazione Anziani e Pensionati ACLI. Le modalità operative dell’Alleanza si realizzano attraverso la confluenza di tutte le realtà che si occupano del benessere degli anziani e lo sviluppo e la replicazione sul piano nazionale di esperienze realizzate con successo nel contesto locale e validate scientificamente dai partner di HappyAgeing.

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