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Meno calorie, tanta acqua: la dieta ideale per gli over 65

Focus di Giuseppe Paolisso, ordinario di medicina interna alla Seconda Università di Napoli e presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria

L’idratazione è essenziale per le persone anziane (foto Shutterstock).
Focus di Giuseppe Paolisso, ordinario di medicina interna alla Seconda Università di Napoli e presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria.

L’alimentazione è uno degli elementi chiave per una vita sana dopo una certa età. La dieta degli anziani, infatti, deve tenere conto dei bisogni tipici della vecchiaia. Ecco come si deve mangiare una volta passati i 60 anni per invecchiare bene.

Dieta mediterranea con meno calorie. I capisaldi della piramide alimentare della dieta mediterranea (leggi: con la dieta mediterranea si vive più a lungo) pensata per adulti dai 18 ai 65 anni valgono anche per gli anziani: quindi, i carboidrati devono rappresentare il 55-60% delle calorie assunte ogni giorno, le proteine il 15% circa e i grassi il 25-30%. Quello che cambia è l’apporto calorico quotidiano. Ecco le linee guida dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran) per una persona sana che conduce una vita moderatamente sedentaria.
• Dai 65 ai 74 anni: 1.900 calorie per gli uomini e 1.600 per le donne.
• Oltre i 74 anni: 1.700 calorie per lui e 1.500 per lei.

Le calorie vanno suddivise nei tre pasti principali: colazione, pranzo e una cena frugale. Ammessi spuntini a metà mattina o a metà pomeriggio con un frutto fresco.

Carboidrati: pane, pasta, riso e altri cereali possono essere consumati tutti i giorni, ma le quantità vanno ridotte nella dieta degli anziani rispetto a quella standard. Se fino a 65 anni la porzione standard di pasta è di 70 grammi per la donna e 80 per l’uomo, fino a 80 anni scende a 60 per lei e 70 per lui, mentre oltre gli 80 anni diminuisce a 50-60 grammi.

Proteine. La principale accortezza in vecchiaia è di aumentare la percentuale di proteine vegetali (legumi, anche quelli in lattina) rispetto a quella di proteine animali (carne, pesce, salumi, uova, formaggi): se fino ai 50 anni la proporzione è di 40% animali e 60% vegetali, negli anziani bisogna arrivare a 20 e 80%. Le proteine animali devono provenire da uova (fino a due la settimana), carni bianche come tacchino, pollo, coniglio (tre porzioni settimanali), pesce, soprattutto quello azzurro (due-tre porzioni), mentre carni rosse, salumi e formaggi non vanno consumati più di una volta la settimana. È vero che le donne in post menopausa hanno un fabbisogno di calcio elevato per scongiurare il rischio di osteoporosi, ma è preferibile assumere questo minerale tramite latte scremato e ricotta per non aumentare la possibilità di malattie cardiovascolari.

Grassi e condimenti. L’olio extravergine d’oliva è la fonte principale di grassi, cui si aggiungono gli omega 3 del pesce e della frutta secca (da mangiare una volta la settimana). Meglio evitare burro e margarina, ridurre l’uso di sale, mentre si può condire liberamente con aceto, limone, erbe aromatiche e spezie.

Dolci: vanno ridotti al minimo, anche perché dopo i 50 anni cresce in modo significativo l’incidenza di malattie metaboliche, in particolare il diabete. Quindi, concessa una fettina (non una fettona) di torta la domenica, meglio a colazione. Da evitare di sera, quando l’organismo fa fatica a smaltirla.

Bevande. L’acqua non deve mai mancare e le persone anziane devono abituarsi a bere anche se non avvertono lo stimolo della sete (leggi: quanta acqua devi bere alla tua età): almeno due litri al giorno per le donne e due e mezzo per gli uomini, dando la preferenza a minerali calciche e solfato-magnesiache. Banditi gli alcolici, fatta eccezione per un bicchiere di vino rosso a pranzo (mezzo per lei).

  • 15 Ottobre, 2014
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Anziani più lucidi se hanno studiato musica da bambini

Basterebbero pochi anni trascorsi a studiare musica da bambini per garantirsi un cervello più in salute da anziani.
Lo sostiene uno studio della Northwestern University pubblicato sul Journal of Neuroscience.
In particolare, da una ricerca effettuata su 44 ultracinquantenni, è emerso che chi, in giovane età, aveva frequentato corsi di musica per qualche anno risultava avere una maggiore reattività cerebrale in risposta all’ascolto dei suoni vocali rispetto a chi invece non si era mai cimentato con uno strumento.
Secondo gli esperti, lo studio della musica da bambini potrebbe essere un buon investimento per la salute futura del cervello, visto che il tempismo con cui la mente reagisce ai suoni è una delle prime abilità cognitive che si danneggiano con l’invecchiamento.

  • 12 Ottobre, 2014
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Nuovo studio su leucemia linfatica cronica in pazienti anziani

I risultati preliminari dello studio Cll 10, presentati per la prima volta al Congresso annuale dell’American Society of Hematology a New Orleans, indicano bendamustina e rituximab come nuova possibile scelta terapeutica per pazienti anziani affetti da leucemia linfatica cronica (Cll) avanzata e in buone condizioni generali.
I dati preliminari indicano che, nei pazienti anziani in buona salute, l’associazione bendamustina e rituximab è un’opzione terapeutica alternativa all’associazione fludarabina-ciclofosfamide-rituximab con un migliore profilo di sicurezza. Inoltre, nei pazienti anziani in buone condizioni generali, l’associazione di bendamustina e rituximab si dimostra altrettanto efficace quanto FCR» ha dichiarato Barbara Eichhorst del Dipartimento di Medicina interna dell’Università di Colonia, e principal investigator dello studio.
Bendamustina è attualmente registrata come monoterapia nel trattamento di prima linea della leucemia linfatica cronica (stadio B o C della classificazione di Binet) nei pazienti per i quali la chemioterapia con fludarabina non è indicata.

  • 12 Ottobre, 2014
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Progetto CE-Ageing Platform – Libro verde sull’invecchiamento attivo

Nel mese di Febbraio 2013, il progetto Central European Platform for an Ageing Society (CE-Ageing Platform) ha pubblicato il Libro Verde “La Strategia per l’invecchiamento per l’Europa Centrale”.

Il Progetto, cui l’ISFOL partecipa con la Struttura Lavoro e professioni, è finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) nell’ambito del Programma Central Europe. L’obiettivo è quello di definire una strategia transnazionale di contrasto ai fenomeni di invecchiamento in atto nei Paesi partner attraverso lo scambio di buone prassi di age management.

Grazie al lavoro congiunto di esperti e stakeholders dei vari Paesi partner dell’intervento, il progetto ha identificato cinque priorità strategiche che rappresentano  altrettante sfide per tutte le Regioni dell’Europa Centrale. Tali sfide sono rappresentate dalla bassa partecipazione al mercato del lavoro delle fasce di età più anziane; dalla necessità di adeguare i sistemi di welfare ai mutamenti demografici, con particolare riguardo al sistema pensionistico, a quello socio-sanitario e dei servizi sociali; dai mutamenti nelle strutture familiari; dalla necessità di migliorare l’integrazione dei migranti.

Partendo da uno scenario condiviso, denominato CE-Ageing Vision, il progetto ha elaborato una serie articolata di raccomandazioni indirizzate ai policy maker, presentate e descritte dettagliatamente nel Libro Verde.

Il contenuto del documento copre una vasta gamma di politiche pubbliche, finalizzate ad una crescita economica sostenibile ed alla coesione sociale. Le raccomandazioni proposte si sforzano in particolare di collegare le azioni a livello locale e regionale con i cambiamenti auspicati a livello nazionale ed internazionale. Come supporto all’eventuale costruzione di programmi di intervento, il Libro Verde presenta circa 200 esempi di buone prassi, alle quali i decisosi interessati possono scegliere di ispirarsi, in base alle loro particolari esigenze.

L’obiettivo della consultazione è quello di coinvolgere il pubblico, gli esperti e gli stakeholder interessati nella valutazione degli aspetti centrali della Strategia elaborata, in modo da consentire l’identificazione dei passi successivi per affrontare le problematiche dell’invecchiamento.

Tutte gli interessati (cittadini, organizzazioni e autorità pubbliche) sono invitati a fornire il loro punto di vista e le loro opinioni in risposta alle domande formulate nel Documento di consultazione. Tutti i contributi dovranno essere inviati esclusivamente on-line, entro il 31 agosto 2013.

I contributi potranno essere inviati utilizzando questo link.

Eventuali richieste di chiarimento potranno essere inviate al seguente indirizzo: consultation@ce-ageing.eu

  • 12 Ottobre, 2014
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Meno calorie, tanta acqua: la dieta ideale per gli over 65

Senior 1

Focus di Giuseppe Paolisso, ordinario di medicina interna alla Seconda Università di Napoli e presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria

L’idratazione è essenziale per le persone anziane (foto Shutterstock).
Focus di Giuseppe Paolisso, ordinario di medicina interna alla Seconda Università di Napoli e presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria.

L’alimentazione è uno degli elementi chiave per una vita sana dopo una certa età. La dieta degli anziani, infatti, deve tenere conto dei bisogni tipici della vecchiaia. Ecco come si deve mangiare una volta passati i 60 anni per invecchiare bene.

Dieta mediterranea con meno calorie. I capisaldi della piramide alimentare della dieta mediterranea (leggi: con la dieta mediterranea si vive più a lungo) pensata per adulti dai 18 ai 65 anni valgono anche per gli anziani: quindi, i carboidrati devono rappresentare il 55-60% delle calorie assunte ogni giorno, le proteine il 15% circa e i grassi il 25-30%. Quello che cambia è l’apporto calorico quotidiano. Ecco le linee guida dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran) per una persona sana che conduce una vita moderatamente sedentaria.
• Dai 65 ai 74 anni: 1.900 calorie per gli uomini e 1.600 per le donne.
• Oltre i 74 anni: 1.700 calorie per lui e 1.500 per lei.

Le calorie vanno suddivise nei tre pasti principali: colazione, pranzo e una cena frugale. Ammessi spuntini a metà mattina o a metà pomeriggio con un frutto fresco.

Carboidrati: pane, pasta, riso e altri cereali possono essere consumati tutti i giorni, ma le quantità vanno ridotte nella dieta degli anziani rispetto a quella standard. Se fino a 65 anni la porzione standard di pasta è di 70 grammi per la donna e 80 per l’uomo, fino a 80 anni scende a 60 per lei e 70 per lui, mentre oltre gli 80 anni diminuisce a 50-60 grammi.

Proteine. La principale accortezza in vecchiaia è di aumentare la percentuale di proteine vegetali (legumi, anche quelli in lattina) rispetto a quella di proteine animali (carne, pesce, salumi, uova, formaggi): se fino ai 50 anni la proporzione è di 40% animali e 60% vegetali, negli anziani bisogna arrivare a 20 e 80%. Le proteine animali devono provenire da uova (fino a due la settimana), carni bianche come tacchino, pollo, coniglio (tre porzioni settimanali), pesce, soprattutto quello azzurro (due-tre porzioni), mentre carni rosse, salumi e formaggi non vanno consumati più di una volta la settimana. È vero che le donne in post menopausa hanno un fabbisogno di calcio elevato per scongiurare il rischio di osteoporosi, ma è preferibile assumere questo minerale tramite latte scremato e ricotta per non aumentare la possibilità di malattie cardiovascolari.

Grassi e condimenti. L’olio extravergine d’oliva è la fonte principale di grassi, cui si aggiungono gli omega 3 del pesce e della frutta secca (da mangiare una volta la settimana). Meglio evitare burro e margarina, ridurre l’uso di sale, mentre si può condire liberamente con aceto, limone, erbe aromatiche e spezie.

Dolci: vanno ridotti al minimo, anche perché dopo i 50 anni cresce in modo significativo l’incidenza di malattie metaboliche, in particolare il diabete. Quindi, concessa una fettina (non una fettona) di torta la domenica, meglio a colazione. Da evitare di sera, quando l’organismo fa fatica a smaltirla.

Bevande. L’acqua non deve mai mancare e le persone anziane devono abituarsi a bere anche se non avvertono lo stimolo della sete (leggi: quanta acqua devi bere alla tua età): almeno due litri al giorno per le donne e due e mezzo per gli uomini, dando la preferenza a minerali calciche e solfato-magnesiache. Banditi gli alcolici, fatta eccezione per un bicchiere di vino rosso a pranzo (mezzo per lei).

  • 12 Ottobre, 2014
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L’alimentazione negli anziani

Come nutrirsi quando i capelli si fanno bianchi? In generale, valgono le regole dell’alimentazione sana per gli adulti, anche se negli anziani solitudine, abbandono, problemi economici, cognitivi e psicologici possono rendere più difficile una nutrizione adeguata.

Come nutrirsi quando i capelli si fanno bianchi? In generale, valgono le regole dell’alimentazione sana per gli adulti, anche se negli anziani solitudine, abbandono, problemi economici, cognitivi e psicologici possono rendere più difficile una nutrizione adeguata.

Calorie: si spendono meno energie, diminuisce la massa magra e quindi cala il fabbisogno di calorie. E’ importante mantenere un certo livello di attività fisica. L’apporto calorico giornaliero raccomandato è:

donna 60-74 anni: 1600-1900 chilocalorie

uomo 60-74 anni: 1900-2250 calorie

donna dopo i 75 anni: 1500-1750 calorie

uomo dopo i 75 anni: 1700-1950 calorie

Proteine: il fabbisogno resta costante, privilegiando il pesce (ricco di grasi polinsaturi benefici per il sistema cardiovascolare), legumi, uova, latte e formaggi (senza esagerare, specie con quelli stagionati). Fra le carni sono da preferire quelle bianche (pollame e coniglio) e più magre.

Grassi: vanno ridotti preferendo quelli più ricchi in acidi monoinsaturi e polinsaturi: olio di oliva, alcuni oli di semi, grassi del pesce e della frutta secca (in piccole dosi). Limitare carni rosse e salumi, ricchi di sale e grassi saturi.

Carboidrati: meglio scegliere quelli complessi, contenuti in cereali, pane integrale, legumi e certi tipi di verdura e di frutta, che forniscono energia, fibra, ferro, insieme ad altri minerali e vitamine. Evitare di eccedere con zuccheri raffinati e alimenti pronti.

Bere: è importante assicurare la giusta idratazione, ricordandosi di bere acqua senza aspettare di essere assetati (con l’età avanzata lo stimolo della sete tende a ridursi) . Da tenere sotto controllo il consumo di alcol.

Poco e vario: anche per facilitare la digestione è bene frazionare l’apporto alimentare quotidiano in più piccoli pasti; soprattutto per gli anziani che vivono soli la tentazione di saltare i pasti o di adattarsi a piatti freddi e riscaldati è forte: vale la pena sforzarsi di preparare cibi semplici ma appetitosi, adeguandosi a eventuali problemi (ad esempio di masticazione).

(tratto dalle Linea Guida per un’alimentazione sana dell’Inran)

  • 12 Ottobre, 2014
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HappyAgeing è l’Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, nata nel 2014 per promuovere nel nostro Paese politiche e iniziative volte a tutelare la salute dell’anziano e a sviluppare le indicazioni della Commissione europea sul fronte dell’invecchiamento attivo. Di HappyAgeing fanno parte Federsanità, Fondazione Dieta Mediterranea, la Società Italiana di Geriatria e Gerontologia, Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio, la Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, la Società Italiana di Igiene, i sindacati SPI CGIL, FNP CISL, UIL Pensionati, e la Federazione Anziani e Pensionati ACLI. Le modalità operative dell’Alleanza si realizzano attraverso la confluenza di tutte le realtà che si occupano del benessere degli anziani e lo sviluppo e la replicazione sul piano nazionale di esperienze realizzate con successo nel contesto locale e validate scientificamente dai partner di HappyAgeing.

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