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Immunizzazioni

Sezione: Immunizzazioni

Vaccinazioni, la Siti sottolinea assenza di legami con autismo

“Un’altra importante pronuncia della magistratura, dopo quella della comunità scientifica, a chiarire che non esiste alcun rapporto tra il vaccino Mpr, inoculato per prevenire morbillo, parotite e rosolia, e autismo”. Lo ripete in una nota la Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanita’ pubblica-Siti (partner dell’Alleanza HappyAgeing), ricordando che “una nota sentenza emessa dal Tribunale di Rimini nel 2012 aveva infatti teorizzato un nesso di causalità tra il vaccino e i disturbi dello spettro autistico, condannando il ministero della Salute – allora non costituito in giudizio – a risarcire danni per circa 200mila euro”. La Siti continua: “Nel secondo grado di giudizio la Corte d’Appello di Bologna ha ora ribaltato tali conclusioni, avvalendosi di un consulente tecnico d’ufficio che ha chiarito l’infondatezza delle ragioni su cui si fondava la sentenza di primo grado. E, in primis, dei riferimenti a uno studio pubblicato sulla rivista Lancet e successivamente ritirato, opera del medico inglese Andrew Wakefield, poi radiato dall’albo dei medici britannico. Studi successivi- precisa- pubblicati anche sul British Medical Journal, hanno sconfessato tali teorie”. La Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica ha “sempre sottolineato, in coerenza con l’Oms e altri Organismi internazionali, l’assenza di nesso causale tra il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia e i disordini dello spettro autistico. Quindi non esistono evidenze scientifiche per stabilire che il primo provochi la sindrome, ma c’è solo un collegamento di ordine temporale nel senso che il vaccino MPR viene somministrato prima della diagnosi di malattia autistica, che di solito arriva tra i 3 e i 6 anni. La Siti si augura che successive sentenze siano coerenti con quanto affermato dalla comunità scientifica, dalla sentenza del Tribunale di S.Maria di Capovetere del gennaio 2015 e – conclude – ora anche dalla Corte d’Appello di Bologna”.

  • 3 Marzo, 2015
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HappyAgeing, “Garantire vaccini contro pneumococco ad anziani”

(9Colonne) Roma, 23 feb – “Le vaccinazioni degli anziani contro le infezioni pneumococciche confermano la loro validità e la loro importanza sul fronte della prevenzione. Le recenti raccomandazioni emanate dal Centro per il controllo della malattie e la prevenzione degli Stati Uniti suggeriscono addirittura di somministrare due tipi di immunizzazioni contro lo pneumococco; un trattamento in grado di prevenire lo sviluppo di gravi forme di polmonite e di evitare complicazioni come problemi cardiaci, perdita dell’udito, cecità e paralisi”, così Michele Conversano, presidente di HappyAgeing-Alleanza per l’invecchiamento attivo, commenta il contenuto di un documento diffuso negli Stati Uniti a cura del Comitato per le Immunizzazioni, organo consultivo che si occupa dell’analisi delle pratiche adottate nella Federazione. “Stiamo parlando di un vaccino particolarmente indicato per gli anziani – continua Conversano -. Gli over65 hanno infatti una probabilità di sviluppare questo tipo di infezione ben dieci volte superiore rispetto a quella dei giovani adulti. Per questo motivo il ministero della Salute e le Regioni devono sentirsi in dovere di garantire questa prestazione ai soggetti più deboli eliminando le differenze tra i vari SSR, confermando così gli intendimenti emersi durante il dibattito relativo all’aggiornamento e al potenziamento dei Livelli essenziali di assistenza”.

  • 24 Febbraio, 2015
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Vaccini, più attenzione per gli anziani immunizzati contro pneumococco

Gli anziani avrebbero bisogno di due vaccini per aumentare l’efficacia dell’immunizzazione contro lo pneumococco. Questo il parere dell’Advisory Committee on Immunization Practices (ACIP), organo che svolge un ruolo consultivo per i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi. Le nuove raccomandazioni sono state pubblicate sulla rivista Annals of Internal Medicine. Il Comitato ha raccomandato per gli anziani la somministrazione di due vaccini: vaccino pneumococcico coniugato a 13 componenti e vaccino pneumococcico polisaccaridico a 23 componenti. Il primo protegge contro 13 tipi di batteri pneumococco e il secondo contro 23 pneumococco. Dal momento che i due vaccini funzionano in modo diverso, secondo l’ACIP, la somministrazione in sequenza di entrambi offrirebbe una protezione più ampia. Per gli adulti più anziani, il vaccino a 13 componenti viene generalmente somministrato, seguito da quello a 23 componenti. Se qualcuno ha già ricevuto il vaccino a 23 componenti gli può essere somministrato quello a 13, secondo l’editoriale, 12 mesi più tardi. Questa protezione è particolarmente importante per gli anziani perché sono molto più vulnerabili alle infezioni gravi. Il rischio di malattia pneumococcica invasiva negli anziani è quasi 10 volte quello dei giovani adulti. Secondo la Fondazione Nazionale di Malattie Infettive (NFID), circa 1 milione di americani adulti contraggono una polmonite pneumococcica ogni anno. Ben il 7 per cento muore a causa di queste infezioni. Nel caso della meningite pneumococcica o della sepsi, anche se un numero inferiore di persone le contrae, il tasso di mortalità è più alto – il 10 per cento o più. Nel complesso, la polmonite da pneumococco, la meningite e le infezioni del sangue sono responsabili di 18.000 decessi di adulti ultrasessantacinquenni, secondo la NFID. La malattia da pneumococco è anche responsabile di gravi malattie e complicazioni tra cui problemi cardiaci, perdita dell’udito, convulsioni, cecità e paralisi.

  • 20 Febbraio, 2015
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Michele Conversano (presidente HappyAgeing), Lea: “Ottima l’attenzione per le vaccinazioni, siano destinate anche ai pazienti over65”

 

“Accogliamo con grande piacere e soddisfazione la proposta di aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza presentata dal governo alla Conferenza delle Regioni. Finalmente si pone l’accento sul problema delle vaccinazioni includendo nei Lea le immunizzazioni contro Hpv, varicella e pneumococco. Occorre però inserire nella platea di destinatari anche i soggetti più deboli come gli over 65”, così Michele Conversano, presidente di HappyAgeing, Alleanza per l’invecchiamento attivo, saluta la proposta di aggiornamento dei Lea presentata alle Regioni dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. “I livelli essenziali di assistenza non possono non avere attenzione per gli anziani – spiega Conversano – Il solo inserimento del trattamento contro la polmonite pneumococcica permetterebbe di evitare migliaia di decessi ogni anno. Grazie ai nuovi Lea sarà inoltre possibile archiviare una stagione di incertezza normativa sul tema delle vaccinazioni che dura ormai da quindici anni, non ci saranno più regole diverse in ogni singola Regione”. “La proposta dell’esecutivo prevede anche un potenziamento sulle malattie croniche e sulle disabilità gravi – conclude il presidente di HappyAgeing – Patologie che coinvolgono spesso i soggetti più anziani. Pazienti che tra qualche tempo non saranno più costretti a rinunciare a dei trattamenti per problemi di reddito o a subire odiose discriminazioni territoriali. Investire in prevenzione è fondamentale per permettere a milioni di italiani di invecchiare in salute, così come ci chiede l’Europa”

 

  • 11 Febbraio, 2015
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Michele Conversano (HappyAgeing), Prevenzione, “Combattere le polmoniti pneumococciche per limitare il rischio cardiovascolare”

 

“Occorre combattere con tutti i mezzi a disposizione le polmoniti e tutte le patologie dell’apparato respiratorio per ridurre il rischio di problemi cardiovascolari. Nel caso delle polmoniti batteriche la vaccinazione contro lo pneumococco resta lo strumento più adeguato. Trattamento che andrebbe sempre accompagnato al vaccino antinfluenzale, sindrome che espone a pericoli rilevanti bronchi e polmoni”, così Michele Conversano, presidente di HappyAgeing, commenta i risultati di uno studio condotto dall’Università di Ottawa e pubblicato su Jama. La ricerca dell’ateneo canadese evidenzia come nei più anziani i ricoveri per polmonite si associno a un aumento a breve e a lungo termine del rischio di malattie cardiovascolari, suggerendo che le infezioni respiratorie sono un importante fattore di rischio cardiovascolare. HappyAgeing è l’alleanza per l’invecchiamento attivo formata dai sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, Acli, Federsanità-ANCI, Cittadinanzattiva, Tribunale per i diritti del malato, Società Italiana di Igiene – SItI; Società Italiana di Geriatria e Gerontologia – SIGG; Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa – SIMFER. “Lo studio conferma un trend già emerso durante altre ricerche – continua Conversano – Le polmoniti negli adulti e negli anziani sono un fattore di rischio per tutto l’apparato cardiocircolatorio. Il pericolo di patologie a carico del cuore rimane elevato anche a diversi anni dalla polmonite, parliamo di un 50 per cento in più rispetto a pazienti che non hanno mai sviluppato infezioni dei polmoni”. “Ancora una volta le immunizzazioni dimostrano tutta la loro valenza sul fronte della prevenzione e della tutela della salute dei cittadini più anziani – conclude il presidente di HappyAgeing – Il vaccino contro le polmoniti pneumococciche, se usato su larga scala, eviterebbe diverse migliaia di decessi all’anno solo in Italia. Per combattere il diffondersi di malattie cardiovascolari occorre fare di più anche contro fattori di rischio come fumo, ipertensione e diabete”.

 

  • 28 Gennaio, 2015
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In Italia ci si vaccina poco. Anziani immunizzati contro influenza calano di anno in anno

Il problema della scarsa vaccinazione contro l’influenza non riguarda solo l’Italia, dove era ben presente anche prima del “caso Fluad” di quest’anno, ma è comune a molti paesi europei, come dimostra anche la cifra di 40mila morti l’anno per questa malattia in tutto il continente. Se i numeri del rapporto curato dall’Ecdc per il nostro paese non sono tra i peggiori, avvertono però gli esperti, noi siamo l’unico paese con un trend in discesa, che potrebbe farci perdere molte posizioni. Secondo le cifre, che si riferiscono alle stagioni 2011-2012 e 2012-2013, Olanda, Irlanda del Nord, Scozia e Inghilterra sono intorno al 75% di anziani vaccinati, il Galles è al 65% ed è seguito da Spagna, Irlanda e Italia intorno al 55%, mentre la media europea è del 45%. ”Vista così la situazione italiana non sembra troppo diversa da quella degli altri paesi – spiega Paolo D’Ancona, il ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità che coordina il progetto ‘Venice 3’ da cui sono ricavati i dati – ma la nostra preoccupazione è che, se si considerano anche gli anni precedenti, si vede che gli altri paesi migliorano o sono stabili mentre noi siamo gli unici a calare di anno in anno”. Decidere se fare il vaccino, spiega l’esperto, è una questione legata sempre di più alla fiducia che le istituzioni riescono a creare rispetto a questo intervento. “C’è anche il problema del prezzo del vaccino, che in alcuni paesi non è rimborsato, ma la fiducia è l’aspetto più rilevante. L’Italia da questo punto di vista è in forte ritardo, e ha anche il problema delle differenze regionali che spesso rendono vani anche gli sforzi fatti a livello centrale”. Gli anziani, anche nel resto d’Europa, rimangono comunque la categoria a rischio più vaccinata. Per quanto riguarda i malati cronici il tasso europeo medio è del 50%, che scende al 28% tra gli operatori sanitari e al 15 tra le donne in gravidanza, sempre a fronte di un obiettivo minimo del 75% indicato dalle autorità sanitarie europee. Queste statistiche, a differenza di quelle per gli anziani che riguardano tutti, sono però raccolte solo in sette paesi, fra cui non c’è l’Italia. “Questo è un problema pressante – sottolinea D’Ancona – da noi si promuove la vaccinazione, ma non si investe poi nel monitoraggio delle categorie da vaccinare. Noi sappiamo ad esempio quante dosi sono state date a malati cronici bronchiali, ma non sappiamo quanti sono in totale, quindi non possiamo sapere che percentuale è protetta”. (ANSA)

  • 27 Gennaio, 2015
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HappyAgeing è l’Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, nata nel 2014 per promuovere nel nostro Paese politiche e iniziative volte a tutelare la salute dell’anziano e a sviluppare le indicazioni della Commissione europea sul fronte dell’invecchiamento attivo. Di HappyAgeing fanno parte Federsanità, Fondazione Dieta Mediterranea, la Società Italiana di Geriatria e Gerontologia, Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio, la Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, la Società Italiana di Igiene, i sindacati SPI CGIL, FNP CISL, UIL Pensionati, e la Federazione Anziani e Pensionati ACLI. Le modalità operative dell’Alleanza si realizzano attraverso la confluenza di tutte le realtà che si occupano del benessere degli anziani e lo sviluppo e la replicazione sul piano nazionale di esperienze realizzate con successo nel contesto locale e validate scientificamente dai partner di HappyAgeing.

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