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News

Sezione: News

Fondi per anziani, i Comuni lanciano l’allarme

I Comuni esprimono “grande preoccupazione per le difficoltà emerse nella fase attuativa degli interventi del Programma Servizi di Cura per infanzia e anziani non autosufficienti”, e chiedono per questo “un incontro urgente per valutare gli interventi da intraprendere per accelerare la fase di attuazione dei piani approvati, nonché individuare tutte le misure di semplificazione delle procedure che si valutino utili”. Lo scrivono il presidente e il delegato al Mezzogiorno dell’Anci, Piero Fassino e Antonio Decaro, in una lettera inviata al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio e al ministro dell’Interno Angelino Alfano. Il riferimento della missiva riguarda i 730 milioni di euro, assegnati al ministero dell’Interno quale Autorità di gestione del Programma, da destinare al potenziamento dei servizi comunali nelle quattro Regioni Convergenza, uniche risorse stanziate direttamente a favore dei Comuni. 

A fronte di una prima ripartizione di risorse effettuata (190 piani per l’infanzia e 170 per servizi agli anziani non autosufficienti approvati) e di una seconda tranche rispetto alla quale sono state pubblicate le linee guida per l’accesso ai fondi, gli esponenti dell’Anci lanciano l’allarme “a causa della lentezza del laborioso iter di approvazione dei piani in corso da due anni, degli oneri e degli adempimenti previsti per la certificazione della spesa, della complessità degli indirizzi espressi nelle linee guida, delle difficoltà di rispettare le modalità di rendicontazione senza adeguato supporto tecnico, dell’esiguità dell’anticipazione (5%), dei tempi stringenti in cui si è costretti ad operare nella gestione degli interventi”. Tutti fattori, sottolineano Fassino e Decaro, che “fanno aumentare l’allarme circa il rischio di taglio di risorse dal Programma. Risorse – sottolineano – indispensabili per consentire ai Comuni di continuare ad erogare quei servizi minimi di welfare capaci di assicurare i diritti fondamentali di cittadinanza”.

  • 5 Febbraio, 2015
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Mattarella: HappyAgeing, grazie per aver ricordato anziani

ROMA, 3 FEB – “Grazie presidente Mattarella per aver ricordato che il volto della nostra Repubblica è anche quello preoccupato degli anziani soli e in difficoltà il volto di chi soffre, dei malati, e delle loro famiglie, che portano sulle spalle carichi pesanti”. Lo ha detto Michele Conversano, presidente di HappyAgeing. “Gli anziani italiani si riconoscono nelle sue parole e nella visione della Repubblica che insieme vogliamo consegnare alle future generazioni. Ci auguriamo che le sue parole siano capaci di scuotere delle istituzioni sempre più lontane dalle esigenze dei cittadini più deboli”, conclude la nota. HappyAgeing è l’alleanza per l’invecchiamento attivo formata dai sindacati dei pensionati di Cgil-SPI, Cisl-SNP e UilP, Acli, Federsanità-Anci, Cittadinanzattiva, Tribunale per i diritti del malato, Società Italiana di Igiene; Società Italiana di Geriatria e Gerontologia; Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa. (ANSA).

  • 4 Febbraio, 2015
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Il presidente della Repubblica saprà tutelare gli anziani

“Congratulazioni e auguri di buon lavoro al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una persona di indiscusso valore che saprà onorare il mandato. Ci auguriamo che il Presidente possa fare pressione sulle istituzioni repubblicane per evitare che gli anziani e i soggetti più deboli cadano vittime di una politica sempre meno attenta ai loro bisogni”. Così in una nota l’associazione HappyAgeing saluta l’elezione al Quirinale di Sergio Mattarella. “Il suo primo pronunciamento ufficiale sulle difficoltà degli italiani va nella direzione giusta. Gli over65 restano un’importante risorsa per la comunità nazionale” conclude la nota di HappyAgeing, l’alleanza per l’invecchiamento attivo formata dai sindacati dei pensionati di Cgil-SPI, Cisl-Snp e UilP, Acli, Federsanità-Anci, Cittadinanzattiva, Tribunale per i diritti del malato, Società italiana di Igiene; Società italiana di Geriatria e Gerontologia; Società italiana di medicina fisica e riabilitativa. (Ram/AdnKronos Salute) 31-GEN-15

  • 2 Febbraio, 2015
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Le armi per evitare l’influenza

Vaccinarsi, adottare ogni giorno le misure di prevenzione necessarie e assumere gli antivirali eventualmente prescritti dal medico: sono queste le tre azioni che possono proteggerci dall’influenza, come spiegano i Centers for disease control (Cdc) di Atlanta sul loro sito. La prima arma anti influenza è dunque il vaccino, che protegge da 3-4 ceppi diversi del virus, consentendo così di evitare visite dal medico, ricoveri, complicazioni e perdere giorni di lavoro e scuola. Tutti i bambini dai 6 mesi in su dovrebbero essere vaccinati, suggeriscono i Cdc, così come le persone ad alto rischio di complicazioni, quali donne incinte, malati cronici con asma, diabete, problemi cardiaci e polmonari e anziani over 65. I bambini con meno di 6 mesi non possono essere vaccinati, ma sono ad alto rischio e per questo chi si prende cura di loro dovrebbe essere vaccinato. Tra le misure di prevenzione di ogni giorno c’è senz’altro quella di evitare di stare a stretto contatto con altre persone malate. Se poi si ha l’influenza, rimanere a casa almeno 24 ore dopo la comparsa della febbre, senza usare farmaci per abbassarla, e limitare i contatti con altre persone. Coprirsi naso e bocca con fazzoletti quando si tossisce o starnutisce e poi buttarli dopo l’uso. Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone, o alcol se non c’è sapone. Evitare di toccarsi occhi, naso e bocca, pulire e disinfettare superfici e oggetti che possono essere stati contaminati dai germi. Infine, il terzo passo è quello di prendere i farmaci antivirali, che sono diversi dagli antibiotici, se il medico li prescrive, e sono venduti dietro ricetta medica. Sono efficaci soprattutto se si inizia a prenderli entro i primi due giorni di malattia, ma anche dopo sono utili soprattutto per le persone ad alto rischio.(ANSA).

  • 30 Gennaio, 2015
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Michele Conversano (HappyAgeing), Prevenzione, “Combattere le polmoniti pneumococciche per limitare il rischio cardiovascolare”

 

“Occorre combattere con tutti i mezzi a disposizione le polmoniti e tutte le patologie dell’apparato respiratorio per ridurre il rischio di problemi cardiovascolari. Nel caso delle polmoniti batteriche la vaccinazione contro lo pneumococco resta lo strumento più adeguato. Trattamento che andrebbe sempre accompagnato al vaccino antinfluenzale, sindrome che espone a pericoli rilevanti bronchi e polmoni”, così Michele Conversano, presidente di HappyAgeing, commenta i risultati di uno studio condotto dall’Università di Ottawa e pubblicato su Jama. La ricerca dell’ateneo canadese evidenzia come nei più anziani i ricoveri per polmonite si associno a un aumento a breve e a lungo termine del rischio di malattie cardiovascolari, suggerendo che le infezioni respiratorie sono un importante fattore di rischio cardiovascolare. HappyAgeing è l’alleanza per l’invecchiamento attivo formata dai sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, Acli, Federsanità-ANCI, Cittadinanzattiva, Tribunale per i diritti del malato, Società Italiana di Igiene – SItI; Società Italiana di Geriatria e Gerontologia – SIGG; Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa – SIMFER. “Lo studio conferma un trend già emerso durante altre ricerche – continua Conversano – Le polmoniti negli adulti e negli anziani sono un fattore di rischio per tutto l’apparato cardiocircolatorio. Il pericolo di patologie a carico del cuore rimane elevato anche a diversi anni dalla polmonite, parliamo di un 50 per cento in più rispetto a pazienti che non hanno mai sviluppato infezioni dei polmoni”. “Ancora una volta le immunizzazioni dimostrano tutta la loro valenza sul fronte della prevenzione e della tutela della salute dei cittadini più anziani – conclude il presidente di HappyAgeing – Il vaccino contro le polmoniti pneumococciche, se usato su larga scala, eviterebbe diverse migliaia di decessi all’anno solo in Italia. Per combattere il diffondersi di malattie cardiovascolari occorre fare di più anche contro fattori di rischio come fumo, ipertensione e diabete”.

 

  • 28 Gennaio, 2015
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In Italia ci si vaccina poco. Anziani immunizzati contro influenza calano di anno in anno

Il problema della scarsa vaccinazione contro l’influenza non riguarda solo l’Italia, dove era ben presente anche prima del “caso Fluad” di quest’anno, ma è comune a molti paesi europei, come dimostra anche la cifra di 40mila morti l’anno per questa malattia in tutto il continente. Se i numeri del rapporto curato dall’Ecdc per il nostro paese non sono tra i peggiori, avvertono però gli esperti, noi siamo l’unico paese con un trend in discesa, che potrebbe farci perdere molte posizioni. Secondo le cifre, che si riferiscono alle stagioni 2011-2012 e 2012-2013, Olanda, Irlanda del Nord, Scozia e Inghilterra sono intorno al 75% di anziani vaccinati, il Galles è al 65% ed è seguito da Spagna, Irlanda e Italia intorno al 55%, mentre la media europea è del 45%. ”Vista così la situazione italiana non sembra troppo diversa da quella degli altri paesi – spiega Paolo D’Ancona, il ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità che coordina il progetto ‘Venice 3’ da cui sono ricavati i dati – ma la nostra preoccupazione è che, se si considerano anche gli anni precedenti, si vede che gli altri paesi migliorano o sono stabili mentre noi siamo gli unici a calare di anno in anno”. Decidere se fare il vaccino, spiega l’esperto, è una questione legata sempre di più alla fiducia che le istituzioni riescono a creare rispetto a questo intervento. “C’è anche il problema del prezzo del vaccino, che in alcuni paesi non è rimborsato, ma la fiducia è l’aspetto più rilevante. L’Italia da questo punto di vista è in forte ritardo, e ha anche il problema delle differenze regionali che spesso rendono vani anche gli sforzi fatti a livello centrale”. Gli anziani, anche nel resto d’Europa, rimangono comunque la categoria a rischio più vaccinata. Per quanto riguarda i malati cronici il tasso europeo medio è del 50%, che scende al 28% tra gli operatori sanitari e al 15 tra le donne in gravidanza, sempre a fronte di un obiettivo minimo del 75% indicato dalle autorità sanitarie europee. Queste statistiche, a differenza di quelle per gli anziani che riguardano tutti, sono però raccolte solo in sette paesi, fra cui non c’è l’Italia. “Questo è un problema pressante – sottolinea D’Ancona – da noi si promuove la vaccinazione, ma non si investe poi nel monitoraggio delle categorie da vaccinare. Noi sappiamo ad esempio quante dosi sono state date a malati cronici bronchiali, ma non sappiamo quanti sono in totale, quindi non possiamo sapere che percentuale è protetta”. (ANSA)

  • 27 Gennaio, 2015
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HappyAgeing è l’Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, nata nel 2014 per promuovere nel nostro Paese politiche e iniziative volte a tutelare la salute dell’anziano e a sviluppare le indicazioni della Commissione europea sul fronte dell’invecchiamento attivo. Di HappyAgeing fanno parte Federsanità, Fondazione Dieta Mediterranea, la Società Italiana di Geriatria e Gerontologia, Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio, la Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, la Società Italiana di Igiene, i sindacati SPI CGIL, FNP CISL, UIL Pensionati, e la Federazione Anziani e Pensionati ACLI. Le modalità operative dell’Alleanza si realizzano attraverso la confluenza di tutte le realtà che si occupano del benessere degli anziani e lo sviluppo e la replicazione sul piano nazionale di esperienze realizzate con successo nel contesto locale e validate scientificamente dai partner di HappyAgeing.

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