Le due società scientifiche la raccomandano specie per i soggetti fragili e anziani, e in tempi brevi
Roma – Ai primi di novembre, è stato pubblicato su Respiratory Medicine https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0954611121003826 l’appello congiunto di S.I.P./I.R.S. – Società Italiana di Pneumologia/Italian Respiratory Society e S.I.T.A. – Società Italiana di Terapia Antinfettiva per promuovere, con decisione e in tempi di COVID-19 non ancora conclusi, la vaccinazione anti-influenzale e contro lo pneumococco, soprattutto tra i soggetti fragili e anziani.
In considerazione del fatto che:
- l’influenza stagionale e la malattia pneumococcica sono malattie prevenibili che causano ancora una significativa morbilità e mortalità;
- co-infezioni con virus influenzali o batteriche da Streptococcus pneumoniae sono riscontrate in pazienti COVID-19 e potrebbero avere un impatto negativo sull’esito clinico;
- la prevenzione dei ricoveri ospedalieri sia per influenza che per pneumococco potrebbe contribuire a ridurre il carico aggiuntivo per i sistemi sanitari e a risparmiare risorse sanitarie;
- sulla base di recenti evidenze, è possibile ipotizzare che una precedente immunizzazione con vaccini non SARS-CoV-2 possa ridurre il rischio di infezione da COVID-19 e di esiti clinici avversi;
le due Società scientifiche S.I.P./I.R.S. e S.I.T.A. raccomandano congiuntamente uno sforzo per fornire la vaccinazione antinfluenzale alla popolazione generale con particolare attenzione ai gruppi ad alto rischio e agli anziani, parallelamente a un forte miglioramento della copertura vaccinale pneumococcica per questi stessi gruppi di pazienti.
“Studi recenti hanno evidenziato come la vaccinazione anti-influenzale e anti-pneumococcica riducano significativamente il rischio di acquisire l’infezione da SARS-CoV-2, in particolare nei soggetti di età superiore ai 60 anni – sottolinea per la S.I.P./I.R.S. Francesco Blasi, professore ordinario di Medicina respiratoria al dipartimento di Fisiopatologia e Trapianti dell’Università degli Studi di Milano – Questo effetto potrebbe essere legato ad una maggiore propensione dei soggetti che si vaccinano ad osservare le misure di prevenzione delle infezioni ma soprattutto ad una stimolazione da parte dei vaccini della immunità innata che si ipotizza possa indurre un effetto sinergico di protezione dei vaccini anti-influenzale e anti-pneumococcico nei confronti della acquisizione dell’infezione da SARS-CoV-2”.
“Non bisogna fermarsi alla vaccinazione contro COVID-19, per quanto fondamentale in questo momento – dichiara Matteo Bassetti, Professore ordinario di Malattie infettive e Direttore della Clinica Malattie Infettive, Ospedale San Martino di Genova, Presidente della S.I.T.A. – ma è necessario promuovere anche la vaccinazione anti-influenzale e anti-pneumococcica: le Società scientifiche S.I.T.A. e S.I.P./I.R.S. vogliono rafforzare questo messaggio, incentivando la popolazione ad attenzionare e non sottovalutare l’influenza stagionale e la malattia pneumococcica, perché non esiste solo il COVID-19 e queste patologie già prima della pandemia costituivano una minaccia importante soprattutto per la salute delle persone più fragili. L’invito rivolto a tutta la popolazione, ma soprattutto alle categorie fragili, è quello di vaccinarsi al più presto, possibilmente entro i mesi di novembre e dicembre”.