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Anziani

Sezione: Anziani

Actifcare: studio europeo sulle malattie neurodegenerative

Si cerca di capire come ottimizzare l’assistenza alle persone con demenza nei Paesi in cui i pazienti non ricevono ancora i servizi del tipo, della qualità e con le tempistiche di cui hanno bisogno perchè il sistema sanitario non riesce a fare incontrare “domanda” e offerta

Favorire le sinergie tra i Paesi europei per identificare le cause delle malattie neurovegetative e sviluppare trattamenti e cure per le persone colpite da queste patologie: in sostanza, abbreviare i tempi della diagnosi per intervenire quanto prima possibile. È questo l’obiettivo di Actifcare (ACcess to TimelyFormal Care), un progetto europeo di programmazione congiunta nell’ambito delle malattie neurodegenerative, finanziato dal ministero della Salute. Ad Actifcare, la più grande iniziativa di ricerca sulle malattie neurodegenerative mai avviata, sta lavorando un pool internazionale di cui fanno parte l’Iiccs Centro S. Giovanni di Dio – Fatebenefratelli di Brescia, la Fondazione Fatebenefratelli per la ricerca e la formazione sanitaria e sociale di Roma e la Clinica neurologica dell’Università di Brescia.
«Con Actifcare analizziamo i percorsi di assistenza per persone con demenza e per le loro famiglie nei diversi Paesi europei – spiega Orazio Zanetti, che dirige l’Unità Alzheimer dell’Irccs del Fatebenefratelli bresciano – nel tentativo di comprendere meglio le ragioni delle ineguaglianze che si verificano ancora nell’accesso all’assistenza sanitaria In assenza di una cura che possa alterare il corso delle malattie neurodegenerative – sottolinea – è importante ottimizzare i percorsi che conducono dalla diagnosi precoce all’assistenza, percorsi che, se ottimizzati, incidono positivamente sia sulla cura del malato che sulle spese che essa comporta». Molti Paesi europei, infatti, hanno adottato strategie per la promozione del riconoscimento tempestivo della demenza ma, «nonostante questi sviluppi- ammette lo specialista – spesso le persone che soffrono di demenza non ricevono i servizi del tipo, della qualità e con le tempistiche di cui hanno bisogno».
Le stime dicono che in Europa quasi 10 milioni di persone soffrono di una forma di demenza: il 28% del problema a livello planetario. Con costi altissimi: per esempio, per l’assistenza medica e sociale alle persone con Alzheimer si spendono più di 135 miliardi di dollari. Una persona con demenza moderata ha bisogno di assistenza e sostegno sempre maggiori contestualmente alla progressiva perdita della capacità di svolgere le attività quotidiane. Due terzi delle persone con demenza moderata vivono da sole o con un familiare. Buona parte di supporto e assistenza vengono forniti da famigliari non pagati: in Europa, infatti, quasi due terzi delle persone con demenza moderata riceve assistenza non pagata.
Nel concreto Actifcare procederà a una comparazione dei sistemi di assistenza sanitaria che danno accesso all’assistenza domiciliare in otto Paesi (Germania, Irlanda, Italia, Norvegia, Olanda, Portogallo, Olanda, Regno Unito e Svezia), valuterà l’accesso e l’uso dei servizi di assistenza formale da parte delle persone con demenza moderata e i loro assistenti ed esaminerà come questo si collega ai loro bisogni (in)soddisfatti e alla loro qualità di vita. Saranno inoltre valutati costi, conseguenze e due nuovi strumenti di misurazione .
Il progetto è guidato dall’Università di Maastricht e unisce partner da tutta l’Europa: oltre all’Italia, Germania (Martin-Luther University, Halle-Wittenberg), Irlanda (Dublin City University), Norvegia (Norwegian Center of Ageing and Health, Oslo), Portogallo (Faculdade de Ciências Médicas, Universidade Nova de Lisboa, Lisbon), Svezia (Karolinska Institutet, Stockholm) e Regno Unito (Bangor University e University College London).

  • 12 Ottobre, 2014
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Contro la polmonite, vaccino agli over 50

A raccomandarlo è la Società di malattie respiratorie che al Congresso nazionale della pneumologia presenterà un documento di consenso stilato con la Società di igiene

Vaccinazione antipneumococcica per le persone oltre 50 anni (perché dopo quest’età aumentano incidenza e mortalità per la polmonite) e per tutte quelle a rischio, cioè con comorbidità come diabete, Bpco e scompenso cardiaco. Viene così abbassata la soglia dell’età consigliata per il vaccino antinfluenzale, cioè i 65 anni.
A proporlo sarà il Consensus sulla vaccinazione anti-pneumococcica che verrà firmato dalla Simer, la Società di malattie respiratorie, e dalla Siti, Società italiana di igiene, in occasione del Congresso nazionale della pneumologia che si terrà a Genova dall’1 al 3 ottobre. «Sarà un documento sintetico e agile di sole cinque pagine – anticipa Francesco Blasi, professore di Malattie dell’apparato respiratorio dell’Università di Milano – che illustrerà le raccomandazioni sull’uso del vaccino e sui soggetti che ne potrebbero trarre maggior beneficio. In sintesi, la vaccinazione è un prezioso strumento di difesa. Già consigliata nei bambini, finora aveva un’indicazione molto blanda per gli adulti da parte delle varie Regioni».
Al congresso di Genova, Simer parlerà anche del Registro italiano della bronchectasia, un disordine cronico dei polmoni, caratterizzato da tosse produttiva ricorrente, difficile da gestire e spesso poco noto. Questo sarà collegato con il Registro europeo Embarc, finanziato parzialmente dalla European Respiratory Society, e Simer guiderà il progetto sul nostro territorio. «Sarà il primo studio che permetterà di conoscere l’epidemiologia di questa malattia in Italia e le modalità con cui viene gestita a livello dei vari centri italiani» spiega Blasi. «Dai confronti tra i dati del nostro Paese e quelli europei – precisa – si ricaveranno informazioni importanti per perfezionare la gestione di questi pazienti». Il primo ottobre verrà attivato il registro internazionale ed entro fine anno quello sul nostro territorio.
Nell’ambito del congresso di Genova è previsto anche l’evento artistico-educativo Cattura il respiro: cinquanta artisti interpreteranno il respiro, creando un dialogo tra il mondo accademico e quello divulgativo; le opere saranno in mostra ai Magazzini del cotone.

  • 12 Ottobre, 2014
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Si chiude la Campagna di prevenzione “Invecchiare in buona salute”

2.000 locandine, 200.000 opuscoli informativi distribuiti in quasi 1500 farmacie della Campania, 80 spot giornalieri che hanno raggiunto gli oltre 300.000 viaggiatori che utilizzano il trasporto su ferro. Sono alcuni dati più significativi della campagna “Invecchiare in buona salute”, finanziata dal Ministero,  iniziata lo scorso aprile e che si sta concludendo in questi giorni.

“Siamo soddisfatti e stimolati ad andare avanti. Il nostro obiettivo – spiega Nicola Ferrara, Professore Ordinario di Medicina Interna e Geriatria e Direttore della scuola di Specializzazione in Geriatria della Università degli Studi di Napoli “Federico II” – era quello di puntare sulla prevenzione nella terza età,  mezzo più utile, efficace e meno costoso per ridurre le patologie, o meglio gli effetti disabilitanti di tali patologie, che affliggono gli anziani campani, sottolineando che si può iniziare a vivere meglio anche a 70 anni e oltre. Possiamo dire che il bilancio di questa prima esperienza è positivo, che i risultati sono stati  molti incoraggianti e che ora abbiamo l’ambizione di riproporre iniziative analoghe per mantenere gli effetti della campagna nel tempo”.

La Campania dunque si conferma il laboratorio italiano della prevenzione nella terza età. “Abbiamo dimostrato – continua Ferrara – che non solo è possibile ma è efficace sperimentare mezzi di comunicazione di massa idonei a raggiungere la popolazione anziana non ancora coinvolta nell’era digitale. Partendo dalla constatazione che la farmacia è il “punto salute” più vicino alla popolazione per la promozione dei buoni stili di vita, gli opuscoli con miniguida estraibile e le locandine sono stati distribuiti in 672 farmacie (su 806) nella città di Napoli e Provincia (241 Napoli, 431 Provincia) e in 773 farmacie (su 846) nelle restanti province. In Campania ci sono 1652 farmacie (di cui 806 nella Provincia di Napoli, 352 a Salerno, 233 a Caserta, 105 a Benevento, 156 ad Avellino) con una utenza media per farmacia di 3493 abitanti di cui circa 575 sono anziani. Il progetto ha previsto la trasmissione nelle stazioni delle metropolitane per circa un mese di uno spot, che vede protagonista un attrice napoletana professionista come Maria  Rosaria De Cicco, impegnata nella comunicazione sociale, utilizzando la rete di Videometrò News Network per un totale di 80 passaggi giornalieri.  Sono 4 video di breve durata, meno di un minuto ognuno, realizzati sottoforma di “pillole informative”, per ogni singolo consiglio da fornire all’utenza. E il riscontro – afferma Ferrara – c’è stato subito. Numerosi sono stati gli anziani che hanno chiesto informazioni ulteriori nelle farmacie. Abbiamo conoscenza che in diversi casi si sono rivolti anche ai medici curanti. C’è chi ci ha chiesto di concordare programmi relativi alle attività motorie o alle abitudini alimentari consigliate nell’opuscolo,  nonostante il nostro progetto non prevedesse interventi diretti sulla popolazione ma una informativa corretta sugli stili di vita. E questo è senza dubbio il risultato più soddisfacente che ci spinge a verificare la possibilità di ripetere iniziative analoghe nei prossimi mesi.  Il target, gli strumenti e le sedi della campagna hanno funzionato ed è stato utile il lavoro preparatorio che abbiamo svolto. Va ricordato che le farmacie ed i medici di medicina generale rappresentano i presidi di prossimità per la prevenzione della disabilità e della progressione delle malattie croniche. E non a caso abbiamo scelto di cominciare da lì. Abbiamo consultato le associazioni di categoria e le società scientifiche prima della stesura definitiva del materiale divulgativo e questo coinvolgimento è stato essenziale per il miglioramento della nostra proposta. E gli stessi messaggi sono stati preliminarmente “somministrati” a piccole popolazioni di pazienti anziani al fine di valutarne l’impatto e l’interesse”.

“Il messaggio – conclude Ferrara – è arrivato. Anche a 70 anni si può fare esercizio fisico e iniziare a mangiare sano (anche ai tempi della crisi), per ridurre la quota di patologie e i ricoveri ospedalieri ma anche e soprattutto per vivere più in salute e più a lungo. Ora, con iniziative analoghe, occorre continuare in questa direzione, con l’obiettivo di esportare questo modello di comunicazione anche nel resto d’Italia per educare alla prevenzione tutti i nostri over70”.

  • 12 Ottobre, 2014
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Vaccinazioni: ecco il calendario per la vita 2014

La Siti, Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica ha approvato il nuovo «Calendario per la Vita 2014», risultato di una stretta collaborazione con le altre società scientifiche e professionali cofirmatarie, ovvero: la Federazione italiana medici pediatri, la Federazione italiana medici di medicina generale e la Società italiana di pediatria. Il calendario offre le più aggiornate raccomandazioni in campo vaccinale sia per il neonato e il bambino fino all’età adulta, sia per il soggetto sano che a rischio per età o patologia. Il nuovo Calendario garantisce la migliore prevenzione non solo verso malattie infettive, ma anche tumorali (basti pensare al vaccino contro l’epatite B e contro il papillomavirus indicato sia per almeno due fasce di età femminili, sia per i maschi) e rappresenta una precisa indicazione per tutta la categoria medica, sia per i sanitari che si occupano di salute a 360 gradi, sia per i colleghi specialisti nelle varie branche dell’assistenza. «La sinergia con la Fimp, la Sip e la Fimmg – sottolinea Paolo Bonanni, coordinatore del Gruppo vaccini della Siti – nasce dalla volontà di avere un approccio comune rispetto alle più efficaci strategie per le malattie prevenibili rispetto alle quali disponiamo di vaccini sicuri. In questa direzione – precisa Bonanni – va anche il portale d’informazione medica e scientifica www.vaccinarsi.org, uno strumento in più per una corretta informazione e per contrastare i troppi pregiudizi e luoghi comuni che ancora circondano la fondamentale pratica della vaccinazione». Analoga la posizione espressa dai pediatri di famiglia. “La Federazione – dichiara Giorgio Conforti, responsabile della Rete vaccini Fimp – ritiene quanto mai indispensabile che sia garantita a tutti i minori l’offerta attiva e gratuita di questi validi ed efficaci strumenti di prevenzione per la tutela della salute. Inoltre – conclude Conforti – Fimp attiverà suTwitter e Facebook una campagna di comunicazione con messaggi chiari e trasparenti per aiutare le famiglie a una scelta consapevole».

  • 12 Ottobre, 2014
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HappyAgeing è l’Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, nata nel 2014 per promuovere nel nostro Paese politiche e iniziative volte a tutelare la salute dell’anziano e a sviluppare le indicazioni della Commissione europea sul fronte dell’invecchiamento attivo. Di HappyAgeing fanno parte Federsanità, Fondazione Dieta Mediterranea, la Società Italiana di Geriatria e Gerontologia, Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio, la Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, la Società Italiana di Igiene, i sindacati SPI CGIL, FNP CISL, UIL Pensionati, e la Federazione Anziani e Pensionati ACLI. Le modalità operative dell’Alleanza si realizzano attraverso la confluenza di tutte le realtà che si occupano del benessere degli anziani e lo sviluppo e la replicazione sul piano nazionale di esperienze realizzate con successo nel contesto locale e validate scientificamente dai partner di HappyAgeing.

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