Le malattie del sistema circolatorio restano la prima causa di morte in Italia. La prevenzione, soprattutto nella popolazione anziana, è ancora troppo trascurata
Le malattie cardio-cerebrovascolari continuano a rappresentare la principale causa di morte e ospedalizzazione nel nostro Paese, con un impatto particolarmente significativo sulla popolazione over 65. Secondo quanto riportato dalla Fondazione Italiana per il Cuore, nel solo 2021 queste patologie hanno causato oltre 217.000 decessi, pari al 30,8% di tutte le morti registrate in Italia. Il dato è contenuto nel Policy Act “Salute cardiovascolare: un impegno comune per migliorare la prevenzione e l’aderenza terapeutica”, presentato ufficialmente al Senato della Repubblica il 16 luglio 2025. Il documento, frutto di un lavoro congiunto tra istituzioni, società scientifiche, associazioni civiche e organizzazioni di pazienti, propone sette azioni prioritarie per rafforzare la prevenzione e migliorare l’aderenza terapeutica, con l’obiettivo di ridurre l’incidenza di eventi gravi come infarti, ictus e decessi correlati.
UN RISCHIO CHE CRESCE CON L’ETÀ
Con l’avanzare dell’età, i fattori di rischio cardiovascolare tendono a sommarsi e a cronicizzarsi. I dati epidemiologici mostrano una prevalenza crescente di ipertensione, diabete, ipercolesterolemia e sedentarietà tra gli over 65, spesso accompagnati da una ridotta consapevolezza del proprio stato di salute. La prevenzione in questa fascia di età non può limitarsi alla diagnosi precoce: deve includere interventi strutturati di educazione sanitaria, promozione dell’attività fisica, monitoraggio continuo e supporto all’aderenza terapeutica. È proprio tra gli anziani che si gioca la partita più importante, non solo in termini di aspettativa di vita, ma anche di qualità della vita e autonomia personale.
LE SEI AZIONI DEL MANIFESTO ONDA
Un contributo concreto alla definizione di strategie preventive arriva dal Manifesto sulla Prevenzione Cardiovascolare promosso dalla Fondazione ONDA e sottoscritto da oltre 15 società scientifiche italiane. Il documento è stato presentato pubblicamente il all’inizio del 2025 e propone sei azioni chiave:
- promozione di stili di vita sani fin dall’infanzia;
- potenziamento degli screening mirati;
- formazione dei medici di medicina generale;
- sinergia tra specialisti;
- attenzione alle differenze di genere;
- sostegno a politiche pubbliche più incisive.
Queste azioni, se correttamente implementate, possono avere un impatto diretto sulla salute della popolazione anziana, che spesso presenta quadri clinici complessi e richiede percorsi di cura integrati.
IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI
Anche il Ministero della Salute, nella sezione dedicata alle malattie cardio-cerebrovascolari, ribadisce l’importanza della prevenzione lungo tutto l’arco della vita, con particolare attenzione agli anziani. Il sito ufficiale raccoglie materiali informativi, linee guida sull’attività fisica, strumenti per la valutazione del rischio individuale e approfondimenti sul ruolo dell’inquinamento ambientale come fattore aggravante. L’approccio proposto è multidisciplinare e mira a integrare la prevenzione primaria con quella secondaria, favorendo una presa in carico più efficace dei pazienti anziani.
UNA CULTURA DELLA SALUTE CHE INCLUDA GLI ANZIANI
Investire nella prevenzione cardio-cerebrovascolare significa promuovere una cultura della salute che riconosca il valore e la centralità della persona anziana. Non come soggetto fragile da proteggere, ma come protagonista attivo del proprio benessere. Questo implica un cambiamento di paradigma: dalla cura del sintomo alla tutela della salute, dalla gestione episodica alla continuità assistenziale, dalla medicina reattiva alla medicina proattiva. È una sfida che riguarda tutti, ma che negli over 65 assume una dimensione urgente e non più rimandabile.